Quando ci si ferma, l’aspetto curioso è che immediatamente si diventa se stessi. Tutto appare più semplice. In un certo senso è come se foste morti e il mondo continuasse. Se moriste realmente, tutte le vostre responsabilità e obblighi svanirebbero d’incanto. Le loro conseguenze verrebbero gestite in qualche modo senza di voi. Nessun altro può farsi carico dei vostri progetti specifici, che si esaurirebbero e scomparirebbero con voi come è stato per tutti coloro che sono morti. Così non dovete preoccuparvi assolutamente.Se questo è vero non è più necessario fare un’altra telefonata anche se vi riesce difficile crederlo. Forse non è neppure il caso di leggere qualcosa in questo momento o di sbrigare un’altra faccenda. Riservandovi alcuni attimi di “morte volontaria” arginando le pressioni del tempo, finché vivete sarete liberi di ritagliarne una parte per il presente. “Morendo” ora, in questo modo, in realtà divenite più vivi. Questo è il vantaggio di fermarsi. Non si tratta di un atteggiamento passivo e quando deciderete di riprendere sarà una partenza diversa, poiché vi siete fermati. La pausa contribuisce a rendere più vivaci, ricche e articolate le azioni successive, aiuta a inquadrare nella giusta prospettiva tutte le preoccupazioni e insicurezze. Serve da guida.
(Dovunque tu vada ci sei già, Jon Kabat-Zinn )