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Una volta Freud, parlando del sogno, lo definì la via regia all’inconscio. Da parte mia sono convinto che il sogno sia in realtà la via regia all’integrazione. Non potrò mai sapere che cosa sia esattamente l’”inconscio”, ma sappiamo che il sogno è il nostro prodotto più spontaneo in assoluto. Si presenta indipendentemente dalle nostre intenzioni, dalla nostra volontà, dalle nostre decisioni. Il sogno è l’espressione più spontanea dell’esistenza dell’essere umano. Non esiste nulla di tanto spontaneo quanto il sogno. Al momento in cui sogniamo, il sogno più assurdo non ci disturba in quanto tale: abbiamo cioè una precisa sensazione di realtà. Su tutto quel che altrimenti facciamo nella nostra vita abbiamo sempre una possibilità di controllo o di interferenza volontaria di qualche genere. Nel sogno non è più così. Ogni sogno è un’opera d’arte, più di un romanzo o di una commedia grottesca.[…] tutte le diverse parti del sogno sono frammenti della nostra personalità. Dato che il nostro scopo è quello di fare di ognuno di noi una persona sana, il che significa una persona integrata, senza conflitti, quel che dobbiamo fare è rimettere insieme i vari frammenti del sogno. Dobbiamo riappropriarci di queste parti proiettate e frammentate della nostra personalità, e riappropriarci del potenziale nascosto che compare nel sogno.[…] In terapia gestaltica i sogni non vengono interpretati. Con i sogni facciamo qualcosa di molto più interessante. Invece di analizzare il sogno, frammentandolo ulteriormente, vogliamo ridargli la vita. E il modo per riportarlo in vita consiste nel rivivere il sogno come se stesse avvenendo in questo istante. Invece di raccontare il sogno, come se fosse una storia del passato, agitelo nel presente, in modo che possa diventare parte di voi, in modo da restarne effettivamente coinvolti.[…] Elencate ogni persona, ogni oggetto, ogni stato d’animo, e poi lavorateci su in modo da diventare ciascuno di questi elementi. Fate ricorso alle vostre risorse drammatiche, in modo da trasformarvi effettivamente in ciascuno di questi oggetti. Diventate in tutto e per tutto quella data cosa, di qualunque parte del sogno si tratti, diventate quella cosa lì. Usate le vostre arti magiche. Trasformatevi nel rospo, o quello che è, nella cosa morta, nella cosa viva, nel demonio, e smettete di pensare. Perdete la testa, e riprendete i sensi. Ogni frammento rappresenta un pezzo del gioco a incastro, che una volta messo insieme costituirà un tutto molto più ampio… una personalità molto più forte, molto più vera.Il passo successivo consiste nel prendere ciascuno di questi oggetti, di questi personaggi, ciascuna di queste parti diverse, e farle incontrare tra loro. Buttate giù un copione. Parlando di “copione”, intendo dire far intrecciare un dialogo alle due parti contrapposte, e allora scoprirete – specialmente se trovate gli opposti giusti – che cominciano immancabilmente a litigare. Tutte queste varie parti… ogni parte del sogno sei tu, è una tua proiezione, e se ci sono lati incongruenti, lati contraddittori, e tu li usi in modo da farli entrare in conflitto, questo non è altro che l’eterno gioco del conflitto, il gioco dell’autotortura. Via via che il dialogo si sviluppa, ha luogo un processo di conoscenza reciproca, finché non si arriva alla comprensione, all’apprezzamento delle differenze, finché non si arriva a un’unità, all’integrazione delle due forze contrapposte. E allora la guerra civile si conclude, e le tue energie sono pronte a sostenerti nella tua lotta con mondo.

(La terapia gestaltica parola per parola, Frederick S. Perls )

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